sabato 22 marzo 2008

Visioni

M’immersi nell’immensità e capii,

scrutandola, non essere un insieme

ordinato di rette intersecate,

uno spazio inerte di punti e sfere;

essa è un seme celante la divina

follia, l’ironia del caso,

il vago, insensato moto d’atomi,

quella meta indeterminata, assurda

che tutti noi cerchiamo;

Scorsi anche la calma placida e lieta

d’una desolata landa, una duna

spersa tra granelli di sabbia acida,

il furioso impeto d’istinto,

l’affollato corso dell’esistenza;

l’interminabile attesa, il finto

stato di consistenza

il rarefatto bagliore che mostra

le tinte dell’occulto, dell’arcaico,

d’ogni cosa l’inverso

il maestoso, sublime mosaico

che pretendiamo chiamare universo.

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