sabato 8 marzo 2008

Improvvisazione in Sib

Quello che rimane di un'improvvisazione statica. Camicia di flanella appesa ad asciugare scopata dal vento toccata dal sole quello che resta delle persone che [non] incontriamo, catalizzato nei mozziconi che pestiamo con [dentro] un pezzo di anima e qualche minuto di vita, l'impronta di rossetto ancora sulla carta gialla e potrei sognare quanto vi pare se solo mi lasciate le vostre chicchere di caffè sul tavolo, svuotate con le incrostazioni di latte sui bordi e le impronte delle labbra mentre siedo e canto il mio blues silenzioso come i monaci pregano in eco mentale, una luce fatta di onde celebrali in Sibemolle si irradia dal cervello di serpente come un SoS...nel cosmo pungendosi con la via lattea cercando dio come si cerca l'ionterruttore al buio, imparando a vedere con le orecchie. Mentre canto il mio blues muto mentale sento l'eco dei padri ketaminici che fibre dell'universo sferzano di vento i gialli campi del Soul. nel mio ventre vuoto.- Nel mio ventre vuoto, gli occhi luminosi di Parker e i sorrisi deliranti del prozac vuoti come gli occhi dei Lego, i miei spiriti guida in sedia a rotelle...le donne, l'edera e 'odore della pioggia. Merda di cane.

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