giovedì 7 febbraio 2008

Train in vain

Feretro un cazzo. Una ragazza nella metro dagli occhi verdi mi guarda le mani,.
L'odore di olio che mi porto addosso, l'unto sulle mani e il retrogusto di zolfo che lascia l'heineken in fondo alla gola. Sento sotto la pelle lo sghembo valzer zingaro che suona questo bambino... non riesco a tenere ferma la testa. [...] Una terza, abbondante con contorno di capelli neri al gusto di cedro, il rumore che fanno le foglie di acero. Un caffè. Vorrei partire con lei signorina dai jeans attillati & collane di plastica, siamo ridotti a mangiare dalla mangiatoia vinilica, strutto e protossido d'azoto. Se solo l'intestino di Venere non puzzasse di Bromazepam sarei a collassare sugli anelli di saturno, Sono un coglione in discesa s'un trolley di Crono. [...] Ogni istantanea è troppo mossa, e ogni mossa è troppo istantanea, il respiro non riesce a celare l'eterna incoscienza dei gesti, il sussulto (rumore metallico) che abbiamo al primo passo sulla scala mobile...
Niente paga la pelle estranea, e il tatto, il peso dei polmoni, il sapore dell'acqua in cui ci laviamo.
Vorrei solo vedere la terra sotto l'asfalto, bagnarsi di rugiada.

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