domenica 3 agosto 2008

Luna (liberamente ispirato ad uno scritto di una ragazza conosciuta a Venezia)

Dileggia i sensi, pallida sgualdrina,

e si adagia lasciva su quel manto

di velluto notturno. Non so quanti

allungano la mano, per averla vicina.

Lontana ci sovrasta invece; infranto

il tuo volto, l’effige degli istanti

custoditi in frammenti si disperde

nella luce di luna, in un sogno d’incanto.

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