Me And The Devil – Gil Scott-Heron
Rovigo, 2.03.2010
Mentre tutto torna ad andare bene. Non c’è più niente da sperare.
Non c’è più niente di cui preoccuparsi.
Il Po’ smaltirà l’oro nero del Lambro come si smaltisce una partita di roba tagliata male. E se qualcuno nel frattempo è morto, e non se né parlato, non era poi tanto importante.
Mentre cerco di specchiarmi in un paio di occhi marroni, in vetrina dietro a lenti spesse, Il Vecchio mi scivola alle spalle silenzioso; si accende la cicca fina. Il suo collega con gli occhiali d’oro lo squadra, e pensa: “Strano il rimpianto per le cose cattive” (…) “L’amarezza è riuscire a ricordare”
La ragazza ha un busto esile e un viso tondo. Non sorride volentieri, ma io elemosino bene. Se mi guarda mi pesano i libri nella borsa e mi preme il ticchettio al polso.
Ringrazio Dio che Marzo esista e che abbia l’odore del caldo.
Più tardi in macchina mi sorprendo a dire:
“Neno fa su”
L’odore del fumo mi entra nelle nari pungente, come abeti nei salotti di natale.
Il ragazzo è buono, inesperto e ha un cuore grande, come un cane…
Di tanto in tanto temo, che questa cosa non la riesca a finire, che la vita lo travolga prima.
Come se fosse possibile…
E fosse possibile romperei gli argini come si spezza il pane, per sentire l’odore del greggio sui vestiti, come quando ero piccolo. A Dubai…
“Ne vuoi un tiro?”
[…] “Strano il rimpianto
per le cose cattive ” […]
2 commenti:
oh..
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