Dileggia i sensi, pallida sgualdrina,
e si adagia lasciva su quel manto
di velluto notturno. Non so quanti
allungano la mano, per averla vicina.
Lontana ci sovrasta invece; infranto
il tuo volto, l’effige degli istanti
custoditi in frammenti si disperde
nella luce di luna, in un sogno d’incanto.
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