scrutandola, non essere un insieme
ordinato di rette intersecate,
uno spazio inerte di punti e sfere;
essa è un seme celante la divina
follia, l’ironia del caso,
il vago, insensato moto d’atomi,
quella meta indeterminata, assurda
che tutti noi cerchiamo;
Scorsi anche la calma placida e lieta
d’una desolata landa, una duna
spersa tra granelli di sabbia acida,
il furioso impeto d’istinto,
l’affollato corso dell’esistenza;
l’interminabile attesa, il finto
stato di consistenza
il rarefatto bagliore che mostra
le tinte dell’occulto, dell’arcaico,
d’ogni cosa l’inverso
il maestoso, sublime mosaico
che pretendiamo chiamare universo.
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