Mi sputano in testa
da talmente in alto
che ormai
la scambio per pioggia
martedì 24 marzo 2009
Sad Satira
Pubblicato da Lil' Jim Wilson alle 20:03 1 commenti
Silicon Valley
Ci Vediamo in Paradiso
Tra Le Donne Senza Seno
Pubblicato da Lil' Jim Wilson alle 19:58 0 commenti
lunedì 23 marzo 2009
Dirty old man blues
Take me bitch
to where i belong
take me bitch
to where i belong
my heart inside a coffin
ma tongue in yo womb
Pubblicato da Lil' Jim Wilson alle 17:45 0 commenti
venerdì 20 marzo 2009
Appunti di una settimana
Il Moloch dalla cassa Dritta
suona l'organo
in una chiesa Muta
------------ o ------------
Gimme ThaT
Cherry Pie WiThe Cream on Top
Hai Mai Mangiato i Frutti Del Sorbo?
Maria Antonietta Giovannini
Festa Del Papà 5
Bada a Non Festeggiarla
Troppo Presto
Thomas Merton
I Brutti si Veston' Di Soldi 9
I Belli Di Fogli Di Fica 9
Pubblicato da Lil' Jim Wilson alle 19:18 0 commenti
ReLaX
MiappoggioconTrolMuro .
XPisciareNellaTurca
Pubblicato da Lil' Jim Wilson alle 19:17 0 commenti
0,45€ + Resto
Birra all'in's
Panchina sotto'l sole -
Non Ho Parole
e c'ho Pure i Soldi
X un Gratta e Vinci
Pubblicato da Lil' Jim Wilson alle 19:15 0 commenti
sabato 14 marzo 2009
giovedì 12 marzo 2009
giovedì 5 marzo 2009
Skip
Quella vacca c'ha'l mio latte
non la lascerò scappare
Pubblicato da Lil' Jim Wilson alle 20:59 0 commenti
mercoledì 4 marzo 2009
Endecasillabi & Co.
Sono il gufo muto sul traliccio
[...]
Il pioppo spelacchiato nel campo
Prendo pastiglie di tanti colori
in testa c'ho i funghi
nel cuore c'ho i fiori
[...]
è finito troppo presto
in modo un po particolare
il nostro amore da tasca
nell'ora di commerciale
Quando vibra c'ho il rimorso
di averti lasciato parlare
ma le mie scarpe son troppo vecchie
per la tua giacca da funerale
Pubblicato da Lil' Jim Wilson alle 16:02 0 commenti
martedì 3 marzo 2009
Montature spesse
Con i loro colletti irti
e i golfini prescaldati
le parole spesse quanto carta
per pianger vetri colorati
[...]
Vorrei scriverti d'amore
ma cara
mi sa che mi son scordato
che tu devi già studiare
e che io son solo
Ubriaco
Pubblicato da Lil' Jim Wilson alle 18:59 0 commenti
lunedì 2 marzo 2009
Congedo
I
Si scorge un volto…un altro…un altro ancora
nella nebbia che muta a diradarsi.
Ma so caduchi i contorni comparsi:
delebili son come le tinte dell’aurora.
C’è stata una figura
incisasi a solco profondo;
non quali quelle intraviste la sera:
le frammentate sagome
di là della ringhiera
oppure il cenno d’un amico vago,
a volte menzognero.
Ebbe passi contati
questo viaggio insieme percorso
e spesso entrambi ci pestammo i piedi.
Non penso che al tempo trascorso
(quanto fu breve!):
le battute, gli scambi d’opinioni,
i minuti a fissarsi senza redini
che imbrigliassero la ragione, il greve
dibattere e la resa
(per lo più mia).
II
Ricordo dopo il notturno scirocco
la torbida acqua alta a Venezia.
Tu, di mattina, avvinta al pozzo, il tocco
delle parole imploranti soccorso.
Non c’ero. Come l’acqua che si screzia
ad ogni passo, era il mio sguardo
che tentava lontano
sopra un ponte attorniato dall’ostile marea.
Non c’ero. La tua voce giunse invano
a me; qualcun altro però la colse,
a te subito accorse.
Forse questo rammarico tuttora
mi preme dentro e lievita in lamento.
Sono tanti gli amari
pensieri che sostano bruschi
e si fanno palude nella mente.
Ma nulla van togliendo ai giorni cari
in cui la memoria si invischia.
III
Adesso?
La viuzza recisa in dirupo
si para alla vista di netto.
Il cammino che ci ha condotto
pare un cupo vaneggio.
Bendato, non preso per mano, è stata
la voce a propormi la strada,
il bastone che mi sorregge
ha riempito le dita mie di schegge.
Ti osservo scendere prudente il greppo
a qualche roccia sporgente aggrappandoti;
sono appigli sicuri
tanto a loro ti affidi
ma ancora non comprendo: sei tu che ti allontani
o sono io che resto qui fermo?
È deciso così:
io troppo codardo per scendere,
l’orgoglio non ammette
mi coglie a questa altezza la vertigine;
tu libera di proseguire
per altri luoghi, respirare aperti
spazi e godere di intatte visioni
ma senza dover leggere le facce del delirio.
La trama ora il capitolo conclude,
l’illusione vanisce,
un’altra stagione si schiude
intrisa di rara speranza.
IV
Domani?
Attendo si riveli
lo sfogo di un’atrofica esistenza,
uno sbocco a cui s’incanali
il mio passo fremente alla partenza.
Mi si porrà, senza avviso, ad un angolo
salvandomi al martirio
di me stesso. Un fango m’avvinghia,
tarda i miei movimenti:
è l’accettata scelta dell’esilio.
Chissà, diverse sponde
conserti indurranno i sentieri.
E non c’è sofferenza, né rancore
ma sereni si placano
i moti opposti e la divisa mente.
Per ora solo un motto mi segue in ogni dove.
Da una bocca interiore d’improvviso
s’impone e fiata:“Altrove…”
Pubblicato da J.J. O'Gill alle 18:30 0 commenti